Nota dell’autrice: Essendo una fan sia di Baldur’s Gate, che di “Spartacus: Gli dei dell’arena”, ho scritto questo piccolo stralcio di follia, ispirato alla ‘canzone’ di Gannicus. E’ ambientato in BG1 e la leader del gruppo è Margaret Dawn, detta Meg, una sacerdotessa d’Ilmater umana.
Tabatha è la fidanzata di Minsc (l’ho inventata io, mi piaceva l’idea che ci fosse qualcuno a casa ad aspettare il ritorno dell’adorabile ranger).
Buona lettura!
oxoxoxoxoxo
Era una calda serata a Beregost ed i membri del gruppo entrarono alla locanda ‘Giocoliere Gioioso’ strascicando i piedi: erano per la maggior parte stanchi morti, dato che avevano appena dovuto affrontare una dozzina di Ragni Giganti per conto di un’anziana signora Gnoma che avevano incontrato alla locanda del ‘Braccio Amico’.
“Avrebbe anche potuto dircelo che i ragni erano così grossi!”, bofonchiò Imoen, afflosciandosi su una sedia e massaggiandosi la gamba dolorante: era stata morsa da uno di quei maledetti mostri ed anche se Jaheira l’aveva già curata il meglio possibile con gli incantesimi curativi che le erano rimasti, la ferita pulsava leggermente, seguendo il ritmo del suo cuore.
“La prossima volta che qualcuno mi dice di avere un ‘problema con i ragni’, lo manderò a quel paese”, Meg annuì, facendo una smorfia disgustata nel vedere lo stato pietoso in cui era ridotta la sua veste, sporca e puzzolente da far schifo per via dell’icore appiccicoso dei ragni.
Edwin si accigliò, “Avresti dovuto farlo fin dall’inizio! Quante altre volte ci trascinerai in qualche disastro per colpa del tuo cuoricino tenero? (Bah, perché spreco fiato a chiederlo? So già che la risposta è: ogni maledetta volta!)”.
“S-stava solo cercando d-di aiutare una povera anziana s-signora!”, Khalid prese le difese della figlia adottiva, “C-come avrebbe potuto sapere che l’infestazione era c-così grave?”. “Non l’ha nemmeno chiesto”, ribatté il Thayviano.
“La piccola Meg ha fatto quello che fanno i grandi eroi, quando le vecchiette chiedono aiuto!”, dichiarò Minsc, rivolgendo un largo sorriso d’approvazione alla ragazza, “Ha accettato di aiutarla e ha applicato lo Stivale della Giustizia sul fondoschiena dei ragni malvagi! Giusto, Boo?”, aggiunse, grattando il suo criceto dietro le orecchie e Boo squittì, arricciando il nasino.
Ajantis annuì, “Penso anch’io che la lady Meg abbia fatto la cosa giusta: nessuna persona onorevole respingerebbe una signora in difficoltà. Ma ovviamente, tu lo faresti”, aggiunse, incenerendo con lo sguardo lo Stregone Rosso, che sbuffò. “Tieniti per te i tuoi insignificanti sproloqui da bigotto, babbuino impagliato”.
Meg intervenne prima che la discussione andasse fuori controllo, “Signori, vi prego, non c’è bisogno di comportarsi così. Ordiniamo da mangiare e poi ritiriamoci per la notte, okay?”, disse, sfoderando il suo sorriso più adorabile ed i due acconsentirono a malincuore.
Dopo un’abbondante cena, quasi tutti lasciarono il tavolo e si chiusero nelle rispettive stanze per godersi un bagno caldo ed una buona notte di sonno. Minsc, invece, insistette che non era stanco e che voleva cercare dei biscotti per Boo, perciò rimase nella sala comune.
Mentre stava nutrendo il suo criceto, un uomo, un contadino a giudicare dall’abbigliamento, gli si avvicinò. “Hey, figliolo, tu sei uno di quegli avventurieri che hanno ripulito la casa dai maledetti ragni, vero?”. Il Rashemi annuì, “Sì, Minsc e Boo ed i loro buoni amici hanno ucciso i cattivi ragni! Ed è stata una grande battaglia, credetemi, i baffi di Boo tremano ancora per l’emozione!”.
Lo sconosciuto gli diede un’amichevole pacca sulla spalla, “Allora siate benedetti tu ed i tuoi amici, figliolo! Quelle bestiacce stavano cominciando a sgusciare fuori dalla casa e sono certo che sono stati loro a far fuori la mia vacca Priss. Vieni, unisciti a me ed ai miei amici al nostro tavolo e raccontaci di come ve ne siete liberati”.
Minsc s’illuminò, entusiasta all’idea di condividere il racconto della sua eroica impresa e seguì il contadino al tavolo, dove erano seduti altri tre uomini. Lo accolsero con calore e gli offrirono più di un giro di vino per festeggiare la fine della minaccia ad otto zampe, ascoltando con interesse il suo racconto della battaglia, completamente rapiti dal modo drammatico e stentoreo in cui narrava, non paragonabile alla prosa infiocchettata dei bardi, ma comunque estremamente vivido e coinvolgente.
Minsc era felice come una Pasqua: aveva trovate delle persone simpatiche che volevano ascoltare la sua storia e poteva anche fare pratica per quando, tornato a casa, l’avrebbe raccontata alla sua amata Tabatha ed ai guerrieri della Loggia del Drago di Ghiaccio!.
oxoxoxoxoxo
Meg si svegliò di colpo e d’istinto fece per prendere il bastone, quando si rese conto che ad averla svegliata era solo una voce che veniva dall’esterno. Una voce dal volume molto, molto alto, che conosceva fin troppo bene: giù in strada, Minsc stava cantando a gola spiegata. La ragazza scese dal letto, aprì la finestra e si sporse per vederlo meglio e dato che lui stava passando proprio sotto la sua stanza, lei riuscì a distinguere alcune parole.
“Sangue che piove sopra di me, il criceto ce l’ho! Il criceto ce l’ho! Sangue che piove sopra di me, il criceto estrarrò! IL CRICETO ESTRARRO’!”.
Lei sospirò: sarebbe stata una lunga notte.