Ti ringrazio molto del feedback sul post, mi rende davvero contento!
Pur temendo di risultare scontato, vi parlerò un po' di Tyr dalle Due Asce, il mio umano berserker caotico neutrale.
Prima di intraprendere l'avventura, Tyr era una persona assolutamente disillusa nei confronti del mondo: il più forte sottomette il più debole, il resto sono solo chiacchere. Era prepotente, spaccone, manesco, irrispettoso, distaccato e che godeva nello fare sfoggio della propria forza, sfociando molto spesso nella pura cattiveria. Ma quando il viaggio inizia, la visione dell'omicidio del padre adottivo Gorion lo lascia più scosso di quanto egli vorrà mai ammettere (persino a sé stesso), e il confronto con i compagni di viaggio, dapprima un male necessario e solo dopo diventati una gradevole compagnia di "ragazzacci" (
) gli fanno capire che le sue azioni hanno delle vere e tangibili conseguenze sul mondo che lo circonda. Comincia a farsi strada in lui il dubbio: fin'ora aveva vissuto godendo nel mostrare ai deboli quanto fossero impotenti dinanzi alla sua forza, ma se la sua forza fosse solo servita a celare la sua debolezza interiore? Se la sua forza nasceva quindi da questa sua debolezza, si poteva davvero definire forza? Piano piano capiva che sì, mostrare agli altri quanto egli fosse potente era sicuramente appagante, ma nel soverchiare gli innocenti egli faceva un torto innanzitutto a sé stesso. Comprese che la forza diventa tale solo quando esercitata con metodo e contro i bersagli giusti, non per la smania di farsi vedere più grossi degli altri. Non era sicuro se Sarevok avesse mai avuto gli stessi suoi dubbi, sta di fatto che quando venne il momento, Tyr si dimostrò più forte di suo fratello.
Quando iniziarono le sue avventure in Amn, egli era una persona molto più matura di quello che era prima, non direi che si era ingentilito, ma era molto più "raffinato", decisamente più calmo, riflessivo e, perché no, anche astuto! Ovviamente non che si fosse mai tirato indietro quando c'era da menare le mani, chi pensava di aver trovato un bersaglio facile in quell'uomo in armatura di piastre di Ankheg, commetteva l'ultimo errore della propria vita.
Le sue gesta vennero narrate anche alla corte della regina Ellesime, e oltre ancora, nella regione a sud della Fortezza dell'Osservatore. In quei viaggi Tyr maturò di nuovo la sua personalità, scoprendo aspetti di bontà che non pensava di possedere, quando gli si strinse il cuore a Saradush a vedere un bambino piangente sul cadavere di suo padre.
Il suo viaggio termina insieme ai suoi compagni (senza i quali non sarebbe MAI arrivato dove è ora, lo sa benissimo) al Trono di Bhaal, dove sceglie di reclamare il potere divino del padre. Egli si mantiene così fedele alla sua persona, ovvero sempre alla ricerca di un potere più grande, ma non intende utilizzarlo per scopi malvagi: egli intende essere il custode della malvagità di Bhaal, contenendola dentro di sé e portandola lontano, su altri mondi, per impedire ad altri di appropriarsene e portare devastazione su quella bella terra che egli ha imparato ad apprezzare, dopo tutto.
Buona fortuna Tyr, ci rivedremo un giorno!